Mangiare bene significa anche essere informati bene. I prodotti alimentari – soprattutto quelli di alta qualità che vantano una tradizione enogastronomica antica – richiedono particolari tutele e certificazioni che ne assicurino l’originalità. Certificazioni che vanno però conosciute e richieste dagli stessi professionisti del settore.
Troppo spesso, infatti, gli alimenti italiani sono soggetti al fenomeno delle contraffazioni e italian sounding che danneggiano non solo i produttori, ma anche i consumatori e più in generale l’intero mercato. È quindi una buona notizia l’inserimento del “Culatello” nel “Decreto Salumi”, redatto a settembre dal Ministero dell’Agricoltura e dello Sviluppo Economico. Si tratta di una decisione fondamentale nella direzione della trasparenza e della difesa dei prodotti tipici, fortemente voluta dal Consorzio di Tutela del Culatello di Zibello e appoggiata dai parlamentari parmigiani.
Grazie a questo indispensabile passaggio, da oggi la parola “Culatello” potrà essere usata solo per appellare una particolare tipologia di salume, cioè quello ottenuto con l’utilizzo dei muscoli crurali posteriori e interni della coscia del suino, privato della cotenna, insaccato e stagionato e che rispetta determinati requisiti che riguardano taglio, ingredienti e modalità di produzione, peso, caratteristiche e presentazione. Il “Decreto Salumi” è ora in attesa del vaglio da parte dell’Ue e il suo iter dovrebbe concludersi entro la fine di novembre, nella speranza che nessun Stato membro sollevi opposizioni.
Per i produttori di Culatello di Zibello Dop, come il Podere Cadassa, il “Decreto Salumi” è una tappa obbligatoria di un lungo percorso, avviato da tempo in difesa della qualità del prodotto tipico e più in generale della valorizzazione dell’attività artigianale dei norcini locali e della qualità dei salumi della Food Valley. Non basta, infatti, parlare di Culatello di Zibello Dop: è fondamentale saperlo riconoscere e sapere leggere le diverse certificazioni che lo caratterizzano.
Innanzitutto, il vero Culatello di Zibello Dop deve avere il sigillo “CE” che in base al Regolamento n. 1263/96, certifica la Dop – Denominazione di origine protetta. Senza questo contrassegno, il ristoratore o commerciante che propone ai clienti un Culatello senza il marchio “CE” può rischiare, oltre alla multa, anche il sequestro e la distruzione del salume da parte del Nas. Un altro contrassegno indispensabile che distingue l’originale Culatello di Zibello Dop, è il marchio del Consorzio di Tutela, quello con il maiale nero conferma il rispetto del disciplinare di produzione. Infine, i prodotti artigianali, come i salumi del Podere Cadassa, presentano anche il logo con la scacchiera bianca e rossa degli “Antichi Produttori”.